da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 09 del Febbraio 2000
Duelli tra spie non terrestri
Informazioni raccolte da soggetti "addotti" hanno proposto la teoria secondo cui esisterebbero due gruppi non terrestri che agiscono in antagonismo tra loro.
Un primo gruppo che chiameremo convenzionalmente INT (da intruders) sarebbe autore di rapimenti e manipolazioni senza consenso, quindi sarebbe da considerare ostile o almeno irrispettoso del diritto al consenso informato. Un secondo gruppo che chiameremo PROT (da protecters) interagirebbe con gli "addotti", cercando di porre rimedio ai danni causati dal primo.
Si tratta anche qui di dati ancora ipotetici, che trovano però conforto in una fioritura di eventi a cavallo fra l'ufologia ed il paranormale: le cosiddette apparizioni angeliche.
Non è la sede giusta per addentrarsi in un simile argomento, tuttavia se gli INT fossero autori di azioni adducenti di tipo coercitivo, c'è da pensare che gli stessi possano confezionare falsi ricordi per riempire i "missing times" dei rapiti. In questi ricordi sarebbero contenuti anche gli aspetti tesi a screditare l'intero sistema politico mondiale, per i motivi precedentemente esposti.
Quale sarebbe a questo punto il compito dei PROT? Preservare gli "addotti" dagli effetti nefasti dell'intrusione. A lume di logica potremmo pensare che sia sufficiente cancellare l'intero ricordo di copertura e sostituirlo con una bella esperienza onirica, magari un'apparizione o anche qualcosa di più materiale e facilmente fruibile.
In questo modo però si avrebbe un effetto collaterale spiacevole: l'inconsapevolezza. Nessun "addotto" ricorderebbe qualcosa ed il pubblico non verrebbe a conoscenza della presenza di esseri interferenti nella vita della popolazione terrestre.
Modificando invece i ricordi indotti fino a renderli enigmatici, piazzandovi in mezzo tratti inspiegabili a lume di logica, si ottiene esattamente il risultato che stiamo osservando: i ricercatori si affannano intorno ai contenuti dell'evento, propongono tesi diverse, antitetiche, conflittuali, ma stimolano il pubblico alla critica e sono essi stessi stimolati a rielaborare i contenuti delle loro indagini, magari anche dalle critiche dei rivali.
È molto intricata questa presunta metodica aliena, concepita come una colossale caccia al tesoro in cui la strada è disseminata di tappe, di vicoli ciechi, di enigmi da risolvere.
Lo studioso parte da una tesi, poi la rielabora ricavandone un'altra, poi continua ad elaborarla e gradualmente si realizza un'opera di scrematura di tutto quanto appare superfluo, artefatto, mimetizzato. Alla fine vince il più furbo, quello che "non ci casca", di fronte a certe beffe confezionate ad arte; colui che è capace di considerare anche l'assurdo, ma che non agisce con i paraocchi, come se l'ipotesi fosse diventata dogma.
Al momento non sappiamo dove ci porterà questa ricerca; dobbiamo anche porre in bilancio la possibilità che saranno i nostri discendenti ad arrivare ad un risultato compiuto. Ma intanto si crea qualcosa che mantiene sul chi vive tutti gli interessati, qualcosa che non sempre ci vede concordi, anzi spesso ci divide in fazioni opposte: il fermento.
Finché saremo in fermento non correremo il rischio di lasciarci andare, di scivolare verso facili conclusioni, slittando verso una passività che potrebbe esserci fatale. Lotteremo tra noi per affermare questa e quella tesi ma nessuno l'avrà vinta definitivamente ed intanto saremo tutti guardinghi. Se i PROT hanno concepito un simile programma, dobbiamo dedurre che essi non vogliono vederci passivi, quindi ci rispettano e potrebbero essere in futuro vantaggiosi interlocutori.
L'ipotesi delle specie aliene contrapposte è antica quanto l'uomo; si ripropone in versioni diverse con il passare del tempo, adeguandosi al nostro livello evolutivo, ma permane da millenni.
Gli avversari dell'ufologia sostengono che anche questa è una semplice diceria, una leggenda metropolitana.
È comodo secondo loro credere di essere la preda contesa di super razze spaziali, illudendosi di avere un futuro di gloria e di partecipare ad un grande conflitto su scala interstellare. È comodo liquidare un'intera tradizione di pensiero con frasi di spicciolo positivismo, ignorando un patrimonio di cultura multimillenaria.
Questa è la nostra risposta.
Eravamo contesi nei millenni pre-cristiani in Cina, tra il sanguinario dio Kung Kung e gli Esseri Celesti; in Giappone tra la dea Amaterasu ed il fratello di lei, Susano-o; in Mesopotamia, fra la dea Tiamat ed il dio Marduk e così via in tutto il mondo.
In Egitto Horus e Seth combatterono per il possesso del territorio, ma anche per l'impronta da dare alla civiltà umana; in America non si contrapposero Quetzalcoatl, Tezctilpoca, Chac Mol, Viracocha? Possiamo essere certi che si trattasse solo di fandonie?
Anche allora gli uomini venivano rapiti, portati in luoghi ora celesti, ora infernali, sottoposti a seduzioni, manipolazioni, violenze. Il mito trasfigurò queste abductions del passato e noi oggi fatichiamo ad identificarle con quelle odierne.
Ma non è mito anche il nostro, quando crediamo agli scenari descritti dagli "addotti", alle trame umano-aliene, agli 007 che si muovono in mezzo ai gironi infernali?
Impiegheremo decenni, forse secoli per comprendere il vero senso di un mito.
L'importante è non fermarsi.
SORGENTE : http://www.edicolaweb.net/ufos109.htm
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